Tomo 8. Enciclopedia dell’Arte Contemporanea Italiana

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PAOLA D’ANTUONO. TOMO 8. ENCICLOPEDIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA ITALIANA a cura di Pugliese Jean Francois – 15 ottobre 2022

Paola D’Antuono. Abbracci, 100x 100 cm. Olio su tela – Anno 2022. Le membra di un corpo di immanentizzazione terrestre di un essere psichico, possono assurgere in unisono a supportare appieno delle sensazioni psicologiche, suggellanti appieno l’ amore e l’ affetto che uno o piu’ esseri psichici, facenti parte dell’ umanita’ recalcitrante, riescono a palesare con le loro braccia, nei confronti di un proprio simile e non, tramite cotali guise comportamentische dettate dalle sopraddette sensazioni psicologiche summenzionate, ove le stesse dimostrano accidentalizzarsi in dante come atti amorosi nella realta’ fenomenica nei riguardi di ogni creatura, giacche’ la pittrice Paola D’Antuono utilizza una tela in lino, quadrangolare, di chiara matrice geometrica e euclidea, onde ontoverificare su di essa, tramite il suo estro artistico, con i colori a olio, delle molteplici striature di colore verde e altri differenti da essi, per vettorializzare aniconicamente i concetti stessi che ogni abbraccio riesce a sprigionare nei cuori degli uomini, giacche’ essi son soliti immanentizzarsi con il proprio spirito e il loro corpo di ontoconcretizzazione sostanziale sulla superficie del pianeta terra, accogliente il loro peso specifico e la loro possanza volumetrica che si impone relativamente con intransigenza nella sopraddetta realta’ fenomenica. Tali striature irregolari sono contrassegnate da molteplici accuminazioni pittoriche, succedenti sulla tela manifesta, giacche’ esse ripetendosi di continuo su quest’ ultima, riescono a supportare l’ accidentalizzazione della ritmocromoinformalizzazione pittorica, che suggestiona la totalita’ della superficie della tela manifesta, inserendola con dovizia e parsimonia nelle attente ricerche pittoriche degli artisti informali, nonche’ di quelli del psichedelismo pittometaiconologico di tutti i tempi. Per cui si evince che codesta opera in menzione sia solo dedicata all’ unico e massimo protagonismo assoluto degli abbracci, simboli dell’ amore, dell’ affetto che intercorre da sempre negli spiriti degli uomini, soliti questi ultimi a innalzare dei monumenti sulla superficie del pianeta terra, dove la sete di potere determina spesso in essi l’ evocazione di energie malevole, contribuenti a sprigionare le forze stesse dell’ odio, delle invidie e dei vari spargimenti di sangue che contraddistinguono i campi di battaglia del mondo. Tali monumenti non sono dipinti dalla pittrice D’Antuono in questo suo quadro, talche’ ella predilige celebrare l’ amore e le energie benevole, generate sinegicamente da una matrice di base metasostanziale invisibile, lontana dal mondo, ma di converso dimostrabile in dante quando l’ amore stesso si palesa come atto sostanziale negli spiriti degli umani. Semanticamente ogni striatura irregolare di colore verde simboleggia ogni abbraccio, dacche’ la pittrice in questione non rappresenta oggettivamente i molteplici oggetti o soggetti come essi realisticamente si impongono alla sua coscienza, ma ella di converso estromette dalla sua ricerca artistica ogni modello cromoformale facente parte della realta’ fenomenica, per delle motivazioni psicologiche collegate al fatto che, la pittrice in questione, indirizza le sue energie animistiche verso delle dimensioni pittoriche psicoallucinanti, vibrocromoinformalizzanti, che si palesano di conseguenza con il suo estro artistico nelle sue svariate opere informali dedicate al mondo dello Spirito. L’ opera e stata suddivisa dalla pittrice in tre registri orizzontali, funzionali a supportare la diversificazione pittoinformalizzante delle complesse striature di colore verde che si extravettorializzano verso le profondita’ dei piani uranici, sede delle energie benevole che vengono risucchiate da ogni striatura presente nel quadro. Il primo registro in basso e caratterizzato da vari filamenti che si attorcigliano in se stessi, mentre per il secondo registro, percepibile a primo acchito, al centro del quadro, la pittrice dipinge le suddette striature irregolari verticalizzanti. Il terzo registro in alto e’ contrassegnato da una densa campitura monocromatica di colore celeste, simbolo del cielo, ossia sede della summenzionata matrice di base metasostanziale, sprigionante l’ amore e l’affetto che ogni abbraccio riesce a impartire a un uomo o una donna del pianeta terra, talche’ quest’ ultimo risulta fin dalla notte dei tempi, levitante e scaraventato nello spazio piu’ profondo e oscuro, ove sulla sua superficie, solo i raggi sprigionati dalla luce del sole riescono naturalmente a illuminare gli obiecta coltri e smarriti, nonche’ gli innumerevoli esseri psichici, che con la loro presenza sulla superficie del pianeta terra anzidetto contribuiscono a certificare l’ ordine ontologico di ogni ente, che si impone sostanzialmente nella realta’ fenomenica. Le linee di contorno esili o massive del primo disegno di base iconografico fatto a matita o altro di differente non sono state utilizzate in codesta opera in menzione da parte della pittrice D’Antuono, poiche’ ella di converso, interviene direttamente sulla superficie della tela manifesta con i colori a olio, quasi meccanicamente, alla maniera dei pittori esoterici di tutti i tempi. L’ automatismo segnico in effetti assurge il suo supremo esito pittorico nella gestualita’ artistica della D’ Antuono, nonche’ si deduce il fatto, che tale avvertenza parapsicologica permette all’ artista sopraddetta di essere inserita anche nelle varie ricerche pittoriche degli artisti Surrealisti di tutti i tempi.

Jean-François Bachis-Pugliese Semiologo e Critico dell’arte Copryright 2022. Tutti I Diritti Riservati