Recensione della storica e critica dell’ Arte Francesca Mezzatesta

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07 aprile 2025 – Cefalù (PA)
Mostra d’Arte Contemporanea “Naturae Divinus Spiritus” a cura dello storico e critico d’arte Dott.ssa Francesca Mezzatesta dal 12 aprile all’ 1 maggio 2025 c/o Ottagono Santa Caterina


Paola D’Antuono nasce a Sassuolo (Modena), dove ha affinato la sua tecnica artistica,  attraverso una personale ricerca  in cui ogni pennellata o moto di spatola diventa un’estensione della sua profonda passione per l’arte. Il suo percorso creativo è alimentato da diverse influenze, tra cui il teatro e la musica, che integra armoniosamente nelle sue opere sensoriali, trasformando il colore in suono, la materia in esperienza tattile e la composizione in un viaggio immersivo per lo spettatore.​ La sua esplorazione artistica ruota attorno a una dimensione evocativa e alchemica, dove l’energia primordiale della natura prende forma attraverso segni vibranti e armonie cromatiche. In particolare, il suo astrattismo si intreccia con il simbolismo dei quattro elementi—terra, aria, fuoco e acqua—reinterpretati in chiave dinamica e materica. Ogni tela diventa un crogiolo di energie contrastanti e armoniose, dove il movimento della spatola e la stratificazione dei colori danno vita a una composizione in continua metamorfosi. Il risultato visivo conduce al principio sottile e impalpabile che, secondo l’antica filosofia, unisce e trascende gli elementi fisici, riportandoli a una dimensione più profonda e spirituale.​ Le opere di D’Antuono non si limitano a essere osservate; si trasformano in esperienze da vivere con tutti i sensi. Le texture materiche emergono dalla tela come rilievi da sfiorare, le sfumature di colore evocano stati d’animo e vibrazioni emotive, mentre la composizione, sempre in movimento, suggerisce un dialogo tra caos e ordine, tra istinto e razionalità.​ Accanto alla dimensione cosmica e filosofica, l’artista affronta anche tematiche legate al territorio e all’ambiente. Alcune opere sono ispirate al paesaggio del distretto ceramico di Sassuolo, con ampie distese cromatiche e orizzonti stratificati che richiamano la vastità delle fornaci e la trasformazione della materia ma che con il tempo affrontano anche i mutamenti del paesaggio. Difatti attraverso una combinazione di sovrapposizioni e trasparenze, le tele restituiscono l’immagine di un paesaggio che, le trasformazioni  ambientali, urbanistiche e naturalistiche, in cui l’artista mette l’accento sulle trasformazioni nel tempo.​ Paola D’Antuono ha ricevuto numerosi riconoscimenti, e le sue opere hanno conquistato critica e pubblico in importanti esposizioni museali, gallerie internazionali e fiere d’arte a livello internazionale. Attraverso la sua arte, crea un dialogo tra caos e ordine, istinto e razionalità, invitando lo spettatore in un viaggio sensoriale tra le vibrazioni della materia e il respiro invisibile della quintessenza.​ Nella sua tecnica, predilige l’uso della spatola, con la quale mescola colori a olio e pigmenti per formare linee orizzontali e verticali che si incrociano, creando reticoli materici in cui si intravedono città riflesse su mari calmi o tempestosi e paesaggi naturali come note all’interno di un pentagramma musicale. I reticoli rappresentano l’insieme di legami e condizionamenti che circondano l’uomo quotidianamente, anche quando ci illudiamo di essere liberi. Il colore, spesso vivace, rappresenta la via di fuga e la cura per l’anima e le sue tensioni. Le sue ultime opere si addentrano maggiormente nella sfera psicologica umana, esplorando l’io più intimo e inaccessibile, luogo di contraddizioni, impulsi e passioni che sulla tela diventano un intreccio di forme e colori in continuo movimento, richiamando l’armonia solo apparente della natura oggi in pericolo.​ La fascinazione di D’Antuono per la materia e il colore è evidente: utilizza il colore in quantità, stratificandolo più volte fino a raggiungere lo spessore adeguato per essere modellato; altre volte, lo lascia fluire ed esplodere liberamente, seguendolo e controllandolo per osservarne le evoluzioni e i cambiamenti. Il colore e le resine  diventano terra, sabbia, roccia e sedimento duro da incidere, scavare, esplorare. Ama la materia come una realtà mai statica e inerte, ma dinamica e attiva, in continuo divenire e trasformazione, come il lento e inesorabile fluire del tempo, gli eventi della vita, i fatti imprevisti e imprevedibili che cambiano l’esistenza. I suoi dipinti, segnati da crepe, solchi, squarci, danze d’acqua emanano sensazioni primordiali come materici muschi della terra, profumi di cortecce e bagliori  di tramonti solari. Ognuna di queste tele con modalità estetica ricca di armonia e bellezza mira a essere la proiezione dell’anima umana, delle ansie e paure che affliggono l’uomo contemporaneo, delle insicurezze individuali e collettive che sono alla radice dei grandi disagi esistenziali del nostro tempo.